Il Senato della Repubblica, con 208 voti favorevoli (Lega inclusa) e 33 voti di astensione di Fratelli d’Italia, ha approvato una mozione (un mero atto di indirizzo) con la quale impegna il Governo Draghi ad avviare l’iter affinché Patrick Zaki possa ottenere la cittadinanza italiana.

In occasione delle elezioni presidenziali del 2018, Zaki era stato uno degli organizzatori della campagna elettorale di Khaled Ali, il quale, a seguito di intimidazioni, ha poi ritirato la sua candidatura.

In data 7 febbraio 2020, Zaki veniva arrestato al suo ritorno in Egitto per minaccia alla sicurezza nazionale e incitamento alle proteste illegali. Attualmente, si trova in detenzione preventiva più volte prolungata a causa della pandemia in corso.

Nella mozione si chiede l’attivazione dell’art. 9, comma 2, della legge ordinaria dello Stato 5 febbraio 1992, n. 91 il quale prevede che, con decreto del Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Interno di concerto con il Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, sia possibile concedere la cittadinanza italiana ad uno straniero quando egli abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato.

Ora, sul punto alcune considerazioni:

1) in piena emergenza sanitaria, con un Paese allo sfascio economico e sociale, un ramo del Parlamento, con l’immancabile soccorso della senatrice a vita Liliana Segre, anziché pensare a mettere un freno a questa continua e ininterrotta decretazione legislativa d’urgenza da parte dell’Esecutivo, trova il tempo per approvare una mozione inutile e dannosa sia perché non rileva il tema della protezione diplomatica attivabile dallo Stato di cittadinanza, essendo Zaky cittadino egiziano arrestato e detenuto nel suo Paese, sia perché l’atto potrebbe essere percepito come un’indiretta intromissione dell’Italia in una vicenda interna egiziana;

2) al di là della questione processuale poco chiara, per la quale certamente non deve mancare il richiamo al rispetto dei diritti umani e la denuncia di ogni forma di violenza, davvero ricorrono le condizioni di cui all’art. 9, comma 2, della legge formale n. 91/1992? Dove risiederebbe l’interesse per lo Stato? Il fatto che Zaky sia uno studente brillante, frequentante il Master di studi di genere (basta solo quello per farlo un eroe… immaginatevi se il percorso di studi fosse stato diverso) presso l’Università degli Studi di Bologna, è sufficiente a rendere un eminente servizio al nostro Paese?

3) anziché adottare atti meramente ideologici, perché non si attivano le procedure del Patto internazionale dei diritti civili e politici del 1966 recepito anche dall’Egitto?

4) per gli italiani rapiti e dispersi all’estero (pensiamo al gesuita Padre Dall’Oglio), niente mozione? In Italia c’è sempre qualcuno più uguale degli altri.

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