“Giuro di avere solo cattive intenzioni…”

Potremmo averne di buone o, semplicemente, diverse?

Il Parlamento italiano è un tendone da circo – fosse soltanto per il governo e i suoi alleati di cui troppo abbiamo detto, benché non immuni a nuove invettive – potremmo sorvolare, ma temiamo che – questo non ci da pace – sotto il tendone si reciti una farsa bella e buona.

Nubi oscurano l’orizzonte, in cui tramontano onestà e verità.

Sappiamo che a palazzo tutto bolle nello stesso calderone – ne danno prova gli aumenti dei compensi, i bonus, i vitalizi – ma in cuor nostro abbiamo sempre voluto dare una possibilità all’ala destra del consesso che, immobile, non ha mai spiccato il volo in questo 2020. È pur vero che una gallina non può volare, ma potrebbe, con un colpo di reni, saltare la recinzione, anche se questo non significa che sia finalmente libera.

Quante volpi la staranno aspettando oltre la rete? Qual è il senso?

Pur con tutte le buone intenzioni di taluni onorevoli, protagonisti di azioni “spettacolari”, qualcosa o qualcuno nel palazzo sta reiterando un veto ad ogni tentativo di frenare la corsa del cavallo governativo, che galoppa, a briglia sciolta e senza traguardo, in un “ippodromo” semivuoto causa DPCM e Lockdown.

Temiamo – vorremmo sbagliarci – che i cavalli di Frisia – ostacoli difensivi posti sui campi di battaglia a sbarrare l’aggressione nemica – schierati dall’opposizione non siano volutamente sufficienti ad arginare l’avanzata della rovina e che, ancor peggio, siamo di fronte ad un cavallo di Troia.

Alla Nazione serve uno stallone indomabile, che rifiuti la carota quanto il bastone da mano straniera, che scalci via le assurde pretese della Troika europea.

Parliamo di cavalli, mentre pur pensando a muli, vediamo soltanto somari.

“Un cavallo! Un cavallo! Il mio regno per un cavallo!” – così invocava Riccardo III di Gloucester in mezzo al campo di battaglia.

Il Re gobbo, disarcionato, dopo essere salito al trono con astuzia e delitto, una volta con i piedi per terra, si trovò smarrito e impotente, senza che nessuno dei suoi lo salvasse dalla spada di Tudor.

Sarà così anche per questi regnanti traditori della Patria? Noi ci crediamo! Lavoriamo instancabilmente per la riscossa che spodesterà i burocrati capaci soltanto di disporre divieti, cancellando, di fatto, la parola “Libertà” dal vocabolario italiano.

Intanto, da lontano, giunge alle narici una nota di testa, un odore inconfondibile che si rafforza in una nota di cuore, per rimanere nell’aria come nota di fondo: è lo zolfo di un fiammifero che innesca l’esplosione, il boato, la fiammata che, da una “bocca da fuoco”, annuncia il ritorno – per corsi e ricorsi storici – di un glorioso passato, base per costruire il nuovo futuro.

Ci stiamo preparando, mobilitando, sacrificando per quel bene più alto e sacro di cui parlammo su questa testata pagine or sono.

Serve un’opposizione dura e intransigente che traduca grandi proclami in azioni, poiché, oggi sono molte le pecore che, armate di un profilo social, mutano in leoni, capaci di graffiare il touch screen, ruggire al microfono, azzannare la tastiera e che, spento lo smartphone, tornano a belare “Va beeeneee!”.

Una repubblica non può prescindere da una maggioranza e da un’opposizione!

In attesa di essere finalmente smentiti, dell’ala destra del parlamento possiamo dire che sino ad ora “è stata trovata, misurata e trovata mancante…”

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