Incapaci, inetti ed in preda ad una smisurata presunzione, i nostri governanti sono dei miopi convinti di vederci bene e dei confusi convinti di essere razionali; cantandosela e suonandosela, si illudono di partorire una montagna invece sfornano topolini a raffica, quei topolini che si chiamano DPCM.

Questi inadeguati che indegnamente ci governano, hanno trasformato raccomandazioni prudenziali – il cui attributo non è la coercività ma l’adesione spontanea – in ordini il cui attributo è l’obbligatorietà.

Questo è il nocciolo della questione, è questa confusione che rende ridicoli e inapplicabili i numerosi DPCM che creano solo caos perché basati su un meccanismo insensato: in tali disposizioni sono decretati ordini che non hanno la struttura dell’ordine e raccomandazioni che, per natura, non possono diventare disposizioni obbligatorie ma che, invece, si pretende di imporre.

Mi sembra, infatti, che la Corte Costituzionale abbia qualche difficoltà a evitare di dire loro, papale papale: ma cosa state facendo!?

Chi governa sembra aver dimenticato il saggio adagio dei latini secondo il quale «summum ius summa iniuria» per cui una norma non può scendere fin nel minimo particolare perché scadrebbe a ricetta del farmacista o a manuale degli orari ferroviari, e al posto di disciplinare creerebbe solo confusione e ingiusta applicazione. E questo è quel che avviene con quei DPCM sparati uno dietro l’altro, a raffica.

Gli ordini devono devono essere inequivocabili per non creare confusione, ma sopratutto credibili ed eseguibili altrimenti tutto va a quel paese,  proprio come sta andando adesso. 

In un reparto militare, gli ordini che non sono ordini portano all’ammutinamento o alla sconfitta; nella società civile, le disposizioni che vogliono essere degli ordini portano alla rivolta.

Obnubilati dalla presunzione, i nostri attuali governanti non si rendono conto di essere sostanzialmente incapaci a gestire una simile situazione di crisi pandemica e presto economico-sociale. Qualcuno, mi riferisco alla più alta carica dello Stato, dia una scossa al sistema Italia e li cacci dalla stanza dei bottoni, prima che sia troppo tardi.

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