Dopo il primo commento a caldo sulla devastante esplosione avvenuta a Beirut il 4 agosto, è il momento di iniziare a ragionare a freddo.

Quella esplosione così letale e strana… Il nitrato di ammonio è inerte se non è non mescolato con benzina o nafta in proporzioni precise; una volta mescolato, diventa un esplosivo devastante (proprio come è stata devastata una parte di Beirut), ma “sordo”, ossia per farlo esplodere ci vuole un innesco molto potente. Ecco smontata la tesi dell’incidente.

Non può non far sorgere dei sospetti e innescare (è proprio il caso di dirlo) delle considerazioni se guardiamo alla regione vicino e medio orientale.

Prima l’Iraq, nel 1991 oggetto di una guerra evidentemente mirata a saggiare gli effetti di un new deal nei confronti di quella regione mediorientale, con la completa distruzione/sottomissione nel 2001.

Poi la Siria, in cui è stata fomentata e sostenuta (dalle stesse forze occulte che hanno sponsorizzato le primavere arabe) una guerra civile durata una decina d’anni e che solo un capo di stato come Bashar al Assad e un’avveduta politica estera russa hanno evitato che azzerasse il paese proprio come è stato azzerato l’Iraq (guarda caso, due paesi arabi ba’athisti, in cui musulmani e cristiani andavano d’accordo e dove i cristiani avevano una notevole voce in capitolo negli affari di stato).

Adesso questa esplosione così devastante quanto strana che, in ottemperanza a un progetto che prevede di ridisegnare il Medio Oriente, lascia presagire che sia scoccata l’ora del Libano.

Perché sarebbe scoccata l’ora libanese? Il motivo è semplice, si chiama Hezbollah. Perché, se si vuole ridisegnare il Medio Oriente, è necessario tagliare gli artigli affilati dell’Iran, colpendo la sua proiezione armata in Medio Oriente e sul Mediterraneo.

Visto che ormai siamo sulla via della previsione: chissà quando toccherà all’Egitto, in cui la primavera araba è fallita a causa di un pio musulmano di nome Al Sisi, che non ha pregiudizi nei confronti dei cristiani tanto che si tiene buono e non evita di consultarsi con il Papa Copto e che, pur essendo alleato per questioni di Realpolitik anti-Fratelli musulmani con l’Arabia Saudita, confida molto di più nell’aiuto dell’ortodosso Putin.

Adesso in Libano si sta facendo il conto delle vittime, poi ci sarà il tempo delle dichiarazioni di sostegno al popolo libanese e in seguito, sulla base delle evidenze dell’inchiesta, si comincerà a capire dove si vuole andare a parare e questo si saprà quando le accuse nei confronti di Hezbollah saranno evidenti: un incidente «safety», che ha permesso la fortuita scoperta di un deposito occulto di armi e munizioni di quel feroce movimento sci’ita, espressione della tracotanza iraniana. La solita storia della pistola fumante necessaria in tutti i film polizieschi statunitensi per giustificare l’arresto dell’assassino.

Forse è ancora presto e la botta è ancora calda per riuscire ad imbastire un’analisi fredda come dovrebbe essere e questa mia riflessione ha più il sapore di una profezia che di una fredda analisi dei fatti ma, come diceva Andreotti: «A pensar male si fa peccato ma spesso ci s’azzecca».

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