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Una coltre di menzogne da eresia manichea

Se è vero, come sosteneva von Clausewitz, che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, allora c’è qualcosa che non va nella guerra russo-ucraina, perché è inoppugnabile che ogni volta che all’orizzonte si palesa la possibilità di sedere al tavolo delle trattative e ritornare alla politica, un Biden sempre più suonato, seguito dalle prefiche della Unione Europea, a loro volta ispirate dall’emissario statunitense in Europa, ossia la Gran Bretagna, rilasciano una dichiarazione che alza ulteriormente il livello della tensione tenendo spudoratamente il bordone ad un’Ucraina sempre più Zelenskyana.

Onde evitare di essere bannato dalla vulgata corrente, al fine di far arrivare al lettore le mie perplessità su una guerra che viene descritta in maniera mendace, procedo con la parola d’ordine che il mainstream richiede con tediante, e sospetta insistenza, ogni volta che si cerca di individuare le cause che hanno portato allo scontro due nazioni europee (ficchiamoci bene in testa questo concetto!): la Russia e l’Ucraina. Va bene, mi adeguo e dichiaro che la Russia è l’aggressore e l’Ucraina è l’aggredito … Così, dopo aver ottemperato a questa tautologica affermazione che comunque non spiega un bel nulla circa le cause che hanno reso uno l’aggredito e l’altro l’aggressore, procedo ad esprimere tutte le mie numerose perplessità che riguardano più in generale la situazione con la quale l’orbe si è trovato a dover fare i conti quasi all’improvviso. Quasi, perché è dal 2014 che le cose avevano imboccato una china pericolosa ma qualcuno – quel qualcuno che poteva evitare che Russia e Ucraina imboccassero quella piega – ha fatto orecchie da mercante. E mi consta che abbia anche giocato alquanto sporco estendendo quatto-quatto le proprie testate nucleari fino a quello che è il «punto di non ritorno», determinato dalla impossibilità da parte russa di intercettare (e quindi sventare) un eventuale attacco missilistico.

I russi hanno un sistema di intercettazione che non è performante come quello della NATO e un eventuale lancio missilistico da una base ai confini con la Russia,  annullerebbe completamente la possibilità di intercettare e distruggere quel missile.

Insomma, quel qualcuno, più in mala che in buona fede, è andato a «stuzzicare il can che dorme», proprio come nel cartone animato in cui Gatto Silvestro ne fa di tutte ad un mastino legato, salvo poi fare i conti con lui quando questo riesce a slegarsi.

Ebbene, se la chiosa iniziale è vera, ossia che la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi, non può non sorgere il padre di tutti i sospetti, ossia: se si insiste a decontestualizzare quel che sta avvenendo, nascondendo le ragioni e i torti dietro la «foglia di fico» dell’aggressore satanico e dell’aggredito angelico, è evidente che non si vuol giungere a nessun negoziato perché nessun negoziato è possibile tra diavoli e angeli. E’ l’errore madornale e anche mortifero dell’eresia manichea la quale pensa che la vita si svolga in uno stadio e che il tifo da stadio sia l’unica etica alla quale fare riferimento. Le istituzioni sovranazionali dovrebbero esserci proprio per assicurare un giusto arbitraggio tra i contendenti, solo che, in questo caso, l’arbitro (l’ONU) è rimasto negli spogliatoi a giocare a carte e il guardalinee (la UE) è sceso in campo con una delle due squadre e, se vogliamo dirla tutta, anche la commissione antidoping ha chiuso entrambi gli occhi di fronte a esami del sangue e dell’urina che attestano l’assunzione di elevate dosi di beveroni dopanti da parte dei membri della squadre che ci si sforza di favorire. 

Al confronto armato ci si arriva quando si vogliono ottenere (o preservare) interessi che con il confronto negoziale non si riescono a conseguire; ma il confronto armato non può non mirare a giungere a trattative favorevoli e se si fa di tutto per allontanare sempre più quell’obiettivo, si giunge o alla distruzione totale del nemico oppure (è il rischio che si corre ora) all’autodistruzione di entrambi. Questo è lo scenario desolante davanti al quale ci troviamo oggi a causa di un modus operandi che puzza di eretico, come eretico è il modus cogitandi che si è affermato in quello che noi definiamo occidente a trazione estremo-occidentale (americana e dem).

Oggi siamo posti di fronte a una realtà che si evidenzia per banalità e mendacio: 

  • due nazioni europee belligeranti, l’appartenenza all’Europa delle quali quasi ci si sforza di nascondere;
  • una istituzione sovranazionale, la UE, incapace di iniziative suscettibili di portare al tavolo della pace i due belligeranti, perché «uno è l’aggressore e l’altro è l’aggredito», oltretutto fallendo totalmente la possibilità di farsi «madrina » di due paesi che, pur non appartenendo alla UE, di fatto sono europei (questo dimostra quanto la UE sia un’istituzione priva di una benché minima visione strategica);
  • un’altra istituzione sovranazionale, l’ONU, che brilla per assenza continuando a distribuire prebende ai suo inutili alti funzionari e a occuparsi delle mene di una ragazzina (Greta); 
  • una potenza militare, economica e commerciale, anzi, la potenza mondiale per antonomasia, gli Stati Uniti d’America, che soffia sul fuoco lasciando intendere che a lei non dispiace che questa guerra (in territorio europeo) continui fino a che il presunto satanasso Putin non sia deposto e portato in catene all’Aja per essere giudicato, come a suo tempo furono giudicati i gerarchi nazisti e più recentemente Saddam Hussein (Obama, il degno precedente collega di Biden, ci ha provato anche con Bashar El Assad dando la stura alle mortifere primavere arabe, ma senza successo grazie – guarda un po’ – all’intervento russo).  

Ne deduco pertanto che questa guerra – che con tutta probabilità Putin aveva iniziato con l’intento di giungere a un negoziato da una posizione predominante (più o meno analoga a quella di Hitler nei confronti della Francia sconfitta) – a causa di un gioco al rialzo che USA e UE quotidianamente suggeriscono a Zelensky (illudendolo), non ha più come obiettivo il negoziato ma la totale distruzione di uno dei due belligeranti, ossia il cattivo Putin, il quale, guarda caso, è anche quello che ha in uggia quei disvalori che, invece, l’America (specie quella DEM) e la smidollata UE si sforzano di promuovere ed estendere, anche con le cattive. 

Non è possibile non rendersi conto che l’Unione Europea ha fallito miseramente (mi sforzo a non sapere se in buona o in cattiva fede), in quanto, avendo l’autorevolezza per imporsi come arbitro inducendo Putin e Zelensky a più miti consigli, non lo ha fatto preferendo, invece, incrementare il fattore divisivo e inducendo Zelensky ad assumere posizioni oltranziste, suscettibili solo di irrigidire un Putin già rigido, sia quanto alle minacce che egli percepisce incombenti sui propri confini, sia in riferimento alle aspettative sul Donbass.

Per cui, insisto con una domanda che da sempre mi pongo: qui prodest?   

E’ evidente che colui il quale non vuol sentire ragione è quello che aprioristicamente insiste a decontestualizzare la situazione, e a richiedere quell’aprioristico autodafé che vuole la Russia nella veste di soggetto aggressore e l’Ucraina in quella del povero aggredito … una bieca scusa per coprire iniziative da maramaldi.

Un cervellotico conservatore, Putin, si è alzato col piede sbagliato e mosso da odio satanico ha improvvisamente, aggredito l’innocente e progressista Zelensky.  Una descrizione in linea con quella canzonetta sciocca e falsa che dice «una mattina mi sono svegliato e ho trovato l’invasor». 

Qualsiasi mente libera non può non chiedersi a che pro insistere su questa versione così mendace, se non per nascondere contesti che potrebbero invece fornire una spiegazione che potrebbe portare argomenti al tavolo delle trattative.

La guerra se non conduce a delle trattative diventa un assurdo e feroce balletto di morte, proprio come quel balletto di morte che era diventata la guerra civile libanese, dai libanesi stessi definita «dabke de la mort» 

La Dabka o Dabkae è una danza folkloristica popolare mediorientale, il cui nome deriva dall’arabo “yadbaka”, ossia battere i piedi per terra.

Se si gioca solo al rialzo come, in maniera perversa si sta giocando adesso, le trattative sono destinate a essere procrastinate sine die. Per cui si parli chiaro e si dica che si vuole solo la resa incondizionata e la caduta rovinosa del cattivo, e la possibilità di giudicarlo davanti al mondo intero. Ed è questo che vuole Biden e con lui, per bieco servilismo, una UE che più smidollata di così non si può.

Questa è la realtà dei fatti, voluta da chi si crede il padrone del mondo e vuole perpetuare il suo privilegio di determinare chi è cattivo e chi no, e ovviamente giudicarlo come un giudice farebbe con un volgare malfattore.

Putin è un capo di Stato di grande esperienza, conservatore e sovranista (quanto basta per renderlo inviso alla UE), per formazione professionale freddo calcolatore; adiaforo e magari, all’occorrenza, anche spietato; autocrate con vasta indipendenza decisionale, scevro da influenze estere (ossia ascolta solo se stesso e qualche fidatissimo consigliere).

Zelensky, è un capo di Stato di scarsa esperienza; per formazione professionale attore (comico); tutt’altro che adiaforo, anzi gigionesco e forse simpatico, almeno da come appare in tv; progressista; malgrado un evidente forte nazionalismo il suo ascendente agli occhi della UE non viene scalfito; decisionista, è tuttavia evidente che le sue decisioni sono eterodirette da un Biden (o meglio, da chi muove anche lo stesso Biden) che lo controlla come una marionetta.

Quel che sta passando ora – grazie ad una sapiente azione di «Psy-Ops» (operazioni psicologiche) che hanno portato all’estremo la vecchia «disinformatia» sovietica – è che: 

Putin è il cattivo aggressore che vuole ingoiare l’Ucraina spinto da un atavico sentimento imperialista e dalla malsana volontà di realizzare a tutti i costi un «lebensraum» di stampo hitleriano (ma che in realtà mira a garantire la sicurezza dei suoi confini, e c’è da dire che con lo schieramento missilistico NATO lungo tutto il fronte occidentale, quel cattivone di Putin ha tutte le ragioni per essere preoccupato, anche se la NATO dice di essere una organizzazione difensiva … Lo si chieda ai Serbi, agli Iracheni, agli Afghani);

Zelensky è il buono e innocente aggredito, a capo di una nazione che non vuol cadere sotto il giogo russo e che vuole abbracciare la libertà occidentale aderendo sia alla UE, sia all’antagonista per antonomasia dell’Armata Russa, la NATO.

Questo è quello che si sforza di far credere una vulgata fortemente schierata che sta mettendo in campo tutto lo scibile delle «Psy-ops», pur di far passare uno come diavolo, l’altro come angelo.

Possiamo accontentarci di una realtà così striminzita a fronte della tragedia che si sta compiendo sotto i nostri occhi e che vede due nazioni europee farsi la guerra? 

Intanto chiariamo un aspetto essenziale, che agli occhi degli aficionados della sopra descritta striminzita realtà è sfuggito: se l’alleanza formata da USA, Gran Bretagna e UE (complice un’agghiacciante silenzio ONU) ha per obiettivo quello di abbattere Putin, si sappia che ciò equivale a spingerlo verso l’opzione atomica per un motivo molto semplice inscritto nella realtà storica: «muoia Sansone con tutti i filistei».

Per cui, ci si dia una calmata! «Ritorniamo a nostra scienza», analizziamo la situazione senza cedere all’ideologia preconcetta che genera solo tifo da stadio.

Il «cattivo» Putin ha le sue ragioni e, forse, se si abbandona il ragionamento farlocco che contrappone il presunto feroce e svitato aggressore al sorpreso e innocente aggredito, si scopre che esse sono ben più consistenti di quelle del «buono» Zelensky.

Ma, a prescindere, una UE che sia superpartes, ha il dovere di alimentare in entrambi la certezza che le trattative sono l’unica soluzione. Come? 

  • Intanto, fare come farebbe un buon genitore il quale, senza prendere parte per l’uno o per l’altro, non esita ad interporsi con autorevolezza fra due fratelli che se le stanno dando di santa ragione;
  • ascoltare quindi le ragioni di entrambi e solo allora rendersi conto  che quello che appare buono – solo perché non ha  alzato subito le mani – in realtà è un po’ meno buono di quel che sembri perché ha provocato l’altro con una serie di evidenti angherie. Ed ecco che il cattivo – il quale ha alzato le mani per primo – diventa un po’ meno cattivo perché si scopre che ha sopportato numerosi sopprusi lanciando più volte l’allarme.

Ma la UE è tutt’altro che un buon genitore, è solo una struttura organizzata per rispondere alle esigenze dell’America Dem.

Non si può negare una realtà che è evidente malgrado una vulgata monocorde. Lo scontro in atto testimonia evidenze sottaciute nel tempo e che indicano la volontà di evitare ogni possibilità di composizione e, quindi, giungere allo scontro:

  • è evidente che da un bel po’ di tempo l’Esercito ucraino ha preparato il proprio territorio e addestrato i propri soldati in funzione dello scontro attualmente in atto;
  • infatti è da circa 5 anni che istruttori delle Forze Speciali NATO, quatti-quatti, frequentano le basi militari ucraine e addestrano i soldati e i volontari civili a fronteggiare un’invasione come questa (evidentemente avendo previsto quel che poi si è verificato);
  • l’invio di armi in Ucraina non si sposa con la giustificazione che servono ad aiutare la legittima difesa di quel popolo appena insorto contro l’aggressore, perché se si trattasse solo di legittima ed improvvisata difesa, quelle armi non servirebbero a nulla a meno che quel popolo aggredito ed eroicamente deciso a resistere non sia stato accuratamente preparato ad usarle;
  • non vi è esatta contezza (e forse mai ci sarà), ma esistono evidenti indizi che a Mariupol sia impiantata una base segreta sul modello della dismessa base strategica antiatomica della NATO, a suo tempo ubicata in quel di Verona e denominata «West-Star», in cui sarebbero presenti ufficiali della NATO stessa;
  •  non sfugge ad un occhio esperto di cose militari che la maggior parte dei filmati che vengono proiettati a favore del pubblico europeo sono evidenti contraffazioni mirate a condizionare gli utenti in maniera manichea, così come la maggior parte dei dibattiti riguardanti la guerra russo-ucraina sono unilateralmente schierati a favore del povero aggredito e contro il cattivo aggressore, tradendo spudoratamente ogni deontologia giornalistica e falsificando l’analisi dei fatti. La presenza di forni crematori mobili al seguito delle truppe russe che servirebbero a cancellare le nefandezze compiute, cremando i corpi delle vittime, è una delle innumerevoli baggianate che vengono proposte … Sta a vedere che al posto di usare il carburante per far funzionare i carri, i russi sono così scemi da utilizzarlo per cremare i corpi dei nemici. Così come gli artiglieri russi sono talmente incapaci e strabici che anziché colpire obiettivi dai quali il nemico spara, tirano bordate su teatri, asili, nosocomi e giardini per bambini;
  • le prevaricazioni ucraine con tanto di stragi operate sulla popolazione del russofono Donbass non entrano nemmeno più nell’analisi delle ragioni che hanno portato a questo scontro intra-europeo;
  • ma il fattore scatenante che ha indotto Putin ad intervenire, dopo un bel po’ di «Altolà», è dato dal fatto che il posizionamento di missili NATO in Ucraina annulla ogni possibilità russa di intercettare e distruggere eventuali missili lanciati contro di essa dalla pacifica NATO, e Zelensky lo sapeva, come lo sapevano anche Biden, la von Der Layen e Stoltenberg (nomen omen). Per quale ragione quindi insistere a manifestare la volontà dell’Ucraina di entrare nella NATO se non per provocare un Putin sempre più irrigidito, il quale «non poteva rimanere insensibile alle grida di dolore che si levavano e si continuano a levare dai suoi generali»?

Sorga l’Europa, dismetta i panni del tifoso e indossi quelli della madre severa e giusta, si imponga con  autorevolezza (sempre che gliene sia rimasta) a Putin e inviti  Zelensky a volare un bel po’ più basso, e porti entrambi a sedersi al tavolo delle trattative. Questo è il suo compito, se lo fallisce non sarà mai madre tutrice di quei popoli che dall’Oceano Atlantico agli Urali abitano il vecchio continente,  ma sarà solo la  servetta (e purtroppo mi sembra che sia questa la sua vocazione) di un centro di potere estremo-occidentale, a volte «dem» e a volte «neo-con», che ha la sua base decisionale oltre Atlantico, ben lontano da ogni minaccia missilistica, il quale, mutuando la celebre battuta di Sordi/Marchese  Del Grillo, continua a dirci: «io so’ io e voi nun siete un cazzo»… e, colmo dei colmi, ce lo fa dire da un attore comico, Zelensky, il quale continua a dire che il suo paese sta combattendo per la liberta e la democrazia dell’occidente. Non comico ma tragicomico. Sì, nella UE uno così ci starebbe davvero bene.

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