Affinché un cristiano possa essere una persona mansueta (1) – o mite – e combattiva, è necessario che tra la mansuetudine e la combattività, cristianamente intese, non vi sia contraddizione. Per spiegare come in un cristiano vi possa essere mansuetudine e combattività senza contraddizione, è necessario guardare a Gesù Cristo come modello in cui tali qualità si sono incarnate.

Nostro Signore è il modello a cui ogni cristiano deve sforzarsi di conformare la propria vita, secondo la propria condizione di stato (sacerdote, padre o madre di famiglia, militare, professionista, operaio, imprenditore, ecc.).

In Gesù Cristo troviamo, senza contraddizione, la mitezza e la combattività. Gesù è mite quando occorre esserlo, soprattutto nei confronti dei deboli, ed è combattivo in quanto compie la sua missione fino in fondo, affrontando tutti i pericoli e le insidie che essa comporta senza compromessi e con la massima fortezza.

La mitezza di Nostro Signore si manifesta nei modi con cui Egli si piega sulle disgrazie degli uomini e nella calma accettazione delle peggiori e ingiuste accuse e ingiurie, scaturite dalla malafede di alcuni e dalla pecorona dabbenaggine di tanti.

La combattività di Gesù, invece, si manifesta appunto con la fermezza e la determinazione che Egli dimostra nel condurre la missione affidatagli dal Padre. Una missione che certamente non può spaventare Gesù in quanto Dio (seconda persona della SS. Trinità), ma che certamente spaventa Gesù in quanto uomo (in Gesù Cristo, infatti, convivono la natura divina e quella umana) (2).

La combattività cristianamente intesa – ossia rettamente intesa – non consiste nell’essere aggressivi nei confronti del prossimo per imporre egoisticamente la propria volontà, a prescindere dalla moralità del desiderio e dell’azione. La combattività cristiana coincide con le virtù del coraggio e della fortezza, ossia con la volontà di non recedere per paura o convenienza spicciola dai buoni propositi (quelli moralmente giusti in quanto conformi alla volontà del Signore), e di portare a compimento la propria missione di uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, ossia edificare se stessi per cogliere il fine della vita umana: conoscere, amare e servire Dio e, mediante questo, ottenere la vita eterna godendo della visione beatifica di Dio, che colma di felicità il nostro essere.  

Note

(1) La mansuetudine è la virtù morale che consiste nel moderare l’ira secondo la retta ragione. La mansuetudine frena l’ira che impedirebbe di giudicare liberamente la verità.

(2) Una paura che Gesù, come uomo, ha voluto avere.

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