Lenin ammise di “aver collocato la dittatura mondiale del proletariato e la rivoluzione mondiale al di sopra di ogni vittima nazionale”. (Relazione del CC all’VIII congresso del Partito Comunista Russo dei bolscevichi).

Dando seguito al pensiero di Lenin, nel 1922 venne creata l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche: l’URSS. La dichiarazione istitutiva dell’URSS proclamava che essa rappresentava soltanto il primo, decisivo passo sulla via della creazione della Repubblica Socialista Mondiale, in previsione del progressivo dilatarsi del numero di repubbliche parti dell’unione, che avrebbe infine conglobato il mondo intero nell’URSS. La dichiarazione istitutiva dell’URSS altro non era che un’aperta e diretta dichiarazione di guerra al resto del mondo.

L’URSS, per liberare il mondo dalla schiavitù della borghesia, avrebbe dovuto intanto conquistare l’Europa, e per farlo avrebbe dovuto iniziare “liberando” la Germania.

I sovietici ne erano coscienti, e si organizzarono in tal senso. Crearono centinaia di divisioni con massicci armamenti, in gran parte anche non adatti al territorio russo, per condurre in Europa una guerra di aggressione.

Erano già pronti il nome dell’operazione di guerra e la data d’inizio: Operazione GROZA (Tempesta), 6 luglio 1941. Il Generale d’armata S.P. Ivanov conferma questa data: “… Le truppe tedesche sono riuscite a anticiparci esattamente di due settimane” (Viktor Suvorov; Stalin, Hitler la rivoluzione bolscevica mondiale pag. 466).

Ci preparavamo in tutto e per tutto a una guerra offensiva. E non fu colpa nostra se non fummo noi a effettuare l’aggressione” (Maggiore Generale P.G. Grigorenko).

Dichiarazione dell’Ammiraglio di armata dell’Unione Sovietica N.G. Kuznecov (nel 1941 ammiraglio, Commissario del popolo della Marina militare dell’Urss, membro del CC, membro del Quartier Generale del Comando supremo fin dal momento della sua costituzione): “Per me un fatto era certo, Stalin non solo non escludeva la possibilità di una guerra con la Germania di Hitler, ma anzi la considerava inevitabile. Stalin portava avanti la preparazione alla guerra – una preparazione estesa e diversificata – in base a scadenze da lui stesso fissate. Hitler scompigliò quei calcoli” (NAKANUNE, pag. 321).

Il capo dell’Accademia del Quartier Generale, Generale d’armata S.I. Ivanov, ha scritto, assieme a un gruppo di eminenti storici sovietici, un’opera di ricerca scientifica sull’inizio della guerra. Ivanov non solo riconosce che Hitler li anticipò sferrando il suo attacco, ma addirittura quantifica l’anticipo: “il comando tedesco-fascista riuscì a battere sul tempo le nostre truppe esattamente nelle due ultime settimane prima della guerra” (Nacal’nyj period vojny, pag.212).

Nel 1968 la rivista VIZ – rivista di studi storici militari, organo del Ministero della Difesa dell’URSS, che non può essere pubblicata senza il visto del Ministro della Difesa e del Capo di Stato Maggiore (all’epoca i Marescialli dell’Unione Sovietica S.L. Sokolov e S.F. Achromeev) – spiegava che i preparativi e l’ammasso di riserve di munizioni, di carburanti e di viveri a ridosso dei confini servivano ad operazioni offensive. A pagina 34 della stessa rivista c’è scritto che: “l’attacco tedesco mandò all’aria i piani sovietici”.

Proprio gli interessi della difesa esigono che l’Urss conduca vaste operazioni offensive sul territorio dei nemici, il che non è in alcun modo in contraddizione col carattere di una guerra difensiva” (Pravda, 9 agosto 1939).

Dunque, l’operazione Barbarossa (22 giugno 1941) fu un passo obbligato, compiuto con la consapevolezza di rischiare una sconfitta quasi certa, ma pur sempre necessario al fine non solo di evitare o almeno ritardare l’occupazione della Germania, ma anche di evitare – così come avvenne – l’occupazione di tutta l’Europa, pianificata da Stalin. La Germania, dopo essersi spartita con l’URSS la Polonia “fascista” (secondo l’interpretazione staliniana) non voleva la continuazione della guerra contro le potenze occidentali.

Da parte loro invece, Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania, ma non all’URSS. L’Unione sovietica occupò manu militari, parte della Finlandia, i Paesi Baltici, la Bessarabia e la Bucovina, ma, ciò nonostante, Inghilterra e Francia non le dichiararono guerra. L’Unione Sovietica che, secondo una strategia che appare meticolosamente pianificata, in un primo momento aveva appoggiato la Germania, allo stesso tempo confabulava con Inghilterra e Francia contro la Germania. E mentre la Germania era costretta a una guerra contro l’Inghilterra e il suo Impero a ovest, l’Urss avrebbe dovuto aprire il fronte dell’Est proprio contro i tedeschi. Ma a quel punto, come asserito, spiegato e confermato dalle stesse fonti sovietiche, Hitler anticipò di due settimane i russi, dando inizio all’Operazione Barbarossa e ridimensionando i piani di dominio europeo e mondiale di Stalin!

Articolo precedenteDopo il taglio dei parlamentari l’attuale Parlamento voterà il nuovo Presidente?
Articolo successivoIl caso Gregoretti e l’immaturità politica di un paese