Uno dei problemi importanti e mai affrontati dalla politica è il rapporto che c’è tra il cambiamento della persona e il cambiamento della società, perché il cambiamento di se stessi è indispensabile per cambiare la società.

I condizionamenti interni delle nostre credenze e convinzioni sono in grado di dirigere la nostra volontà nel farci decidere quali emozioni provare. Liberarsi dei condizionamenti interni significa riconquistare quella sovranità interiore che ci permette di vivere, liberamente, le nostre emozioni.

La stessa cosa accade nella realtà esterna a noi, e cioè nella società dove i condizionamenti maggiori li troviamo nell’economia, nel lavoro e nella finanza internazionale. I condizionamenti esterni influiscono pesantemente sull’individuo, impedendo il normale sviluppo della persona umana.

Da questo è afflitta e ammalata la società e i sintomi li vediamo manifestati nel fenomeno della disgregazione sociale e di tutti i valori morali etici e spirituali. Proseguendo in questa direzione la strada che è stata imboccata può portare solo alla morte della società e della persona umana.

Tutte le misure di contenimento adottate dal governo per il coronavirus vanno esattamente ad aggravare questa condizione individuale e sociale. Siamo in presenza di una conduzione della politica di governo in totale violazione dell’art. 3 della Costituzione, che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Il primo a tollerare la non applicazione della costituzione è colui che, per legge e funzione, la dovrebbe tutelare: il Presidente della Repubblica.

È evidente che, se guardiamo la società di oggi, vediamo di fuori un mondo terribile, con problematiche cosi grandi che sembrano irrisolvibili, tanto che l’uomo appare sempre più condannato ad assistere, impotente, alla distruzione del suo mondo e di se stesso.

La soluzione a questo enorme problema ce la indica, nei tratti fondamentali, proprio la Costituzione nell’art. 3, dove si parla dello sviluppo della persona come presupposto fondamentale di partecipazione per i lavoratori (cittadini) alla vita del Popolo inteso come Comunità.

Nello stesso tempo la “conditio sine qua non” della partecipazione del cittadino alla vita comunitaria del Paese, dice la Costituzione, è la condizione di Libertà e di Uguaglianza, elementi essenziali e fondamentali per lo sviluppo ed il progresso della Persona Umana, che è la democrazia; e assegna la responsabilità di garantire la conservazione di queste condizioni essenziali di Libertà e di Democrazia alla Repubblica, che è la Politica nel suo insieme, la quale, in tutti i suoi aspetti, è e deve essere, espressione della Volontà Sovrana del Popolo Italiano.

Quella politica che per governare e risolvere le problematiche di una Nazione complessa come la nostra, ricorre alla soppressione delle libertà individuali, è una politica che non rispetta la Costituzione, è una politica che non rispetta la Natura Umana, è una politica incapace di concorrere al pieno sviluppo della Persona Umana e non solo.

Quando all’Essere Umano si toglie, o si riduce, la Libertà, essenziale per la propria Creatività sociale, frutto dello sviluppo della Persona, si è fatto quanto di peggio si poteva ai fini del vero Progresso. Questo è il male di fondo della Società contemporanea.

Se si fa un’analisi delle cause che hanno portato all’odierno stato di cose, si arriva alla conclusione che il “grande problema” che tutti hanno cercato di risolvere, agendo concretamente nella vita sociale con 1’attività legislativa, è stato ed è quello della “giustizia sociale”.

Ciascuna forza politica e sociale, se si concentra per risolver i problemi particolari, perde di vista il fatto che la vita sociale è una “unità” e che mai potranno ottenersi risultati positivi con azioni parziali e settoriali, perché è liberando l’individuo nel processo di sviluppo che si libera la società.

Mali quali l’inflazione, l’emarginazione, la disoccupazione, la burocrazia, la stagnazione, la corruzione, la violenza, la repressione, la delinquenza, l’evasione cercata attraverso farmaci o la dissolutezza, il disordine fiscale, il conformismo, la contestazione fine a se stessa, il languire delle ricerche di base, il proliferare degli armamenti, la limitazione delle nascite, la paura del futuro, ed altri ancora, accompagnano la vita sociale e crescono in proporzione diretta allo svilupparsi delle attività legislative miranti ad eliminarli. Questo perché non è possibile realizzare la piena partecipazione alla vita sociale del paese e quindi la democrazia costituzionale della nostra Repubblica, senza il pieno sviluppo della Persona Umana.

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Le opinioni espresse all’interno dell’articolo riflettono il punto di vista dell’autore sulle tematiche trattate e non necessariamente quello dell’intera Redazione.

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