La società contemporanea è segnata dal boom di italiani che si recano dallo psicologo¹, parliamo di un campione rilevante se ipotizziamo che ormai una persona su cinque si relaziona con questa figura².

Non è un caso se molte piattaforme online si dedicano alla ricerca di questi professionisti (Serenis, Unobravo, Guidapsicologi ecc.) per non parlare della loro presenza in diverse strutture sanitarie
pubbliche e private, che dimostrano uno sviluppo capillare di questo servizio nei vari ambienti.

Tutto questo però non sembra essere sufficiente perchè sempre più persone invocano la psicologia di massa auspicando un inserimento dei terapeuti nelle scuole, nelle università, sul lavoro e nelle famiglie, seguendo in pratica lo stile di vita dei nostri padroni americani che hanno reso la terapia una realtà di base per tutte le persone.

Che cosa ci indica questa situazione?

Osservando la voglia di rendere questa figura una condizione sine qua non, il sottoscritto rivede in questo tipo di trend una conversione religiosa in chiave atea-agnostica.

La corsa sul lettino dello psicologo infatti sta diventando un fenomeno capillare utile alla comunità postmoderna dato che ci introduce alla divinizzazione dell’io.

Arrivati nell’era della piena apostasia e diventati ormai impotenti di fronte a un presente distopico gli uomini si rifugiano dal terapeuta che funge da nuovo pontefice (in chiave esclusivamente terrena) tra la nostra identità e una società fallimentare.

Nel mondo laico non avendo nessun confronto con un altro Essere la nostra realtà si appiattisce e il professionista della salute mentale diventa un nuovo sacerdote che ci guida in una sorta di percorso dove attraversiamo diverse tappe religiose: dalla nuova confessione dove veniamo assolti dai nostri peccati fino all’innovativo cammino interiore in cui l’unico orizzonte plausibile
è l’io e le sue voglie.

Il tempio in cui troviamo raccoglimento e rifugio dal tempo presente è il suo lettino, mentre il modo per affrontare l’incertezza del risultato e il superamento dei propri limiti è la dialettica.

In questa dimensione ideologica e primaria la fonte ultima dei significati viene ridefinita in modo provvisorio
e democratico ad ogni seduta.

E’ da notare che in questa sfera spirituale non c’è un’etica, è assente un versante metafisico e un sentiero comune, e non c’è neanche un Padre o un riferimento chiave che ci unisce: ognuno ha il suo mentore perché siamo arrivati alla religione dell’io che si incastra perfettamente con il mondo contemporaneo privo di relazioni e di senso.

Un fattore sottovalutato riguarda anche i presupposti latenti, se diciamo che il terapeuta è indispensabile per la sanità di ogni persona si arriva a decretare a priori che ogni individuo trae
dalla terapia le risposte ultime sull’uomo, affermando inoltre che questa figura è l’unico e l’ultimo intermediario “spirituale” che risiede tra il nuovo cielo (il nostro io in atto) e la rinnovata terra (il nostro io in potenza).

I fan più accaniti non si rendono conto che dichiarando essenziale lo psicologo anche per chi non né sente il bisogno a livello di coscienza e di identità porta la psicologia su un piano ontologico e
teologico che non appartiene a questa materia.

Auspicare inoltre che il mondo intero deve andare nello studio dal terapeuta per risolvere i problemi collettivi comunica in modo surrettizio che la società è in ottimo stato e che le difficoltà da risolvere risiedono solamente sul lato del soggetto, e questa è una tesi tremendamente debole.

L’introduzione della suddetta teoria è possibile in un gruppo che viaggia tra le note di un relativismo esasperato, che non può neanche assolutizzare questa richiesta perché tutto questo
comporta una totale incoerenza con i suoi stessi principi.

Concludo la mia riflessione con una domanda, nella società americana possiamo notare delle cifre mostruose riguardo la depressione³, siamo certi dunque che lavorare solo con questo strumento e solo sul soggetto porta a una comunità migliore e alla felicità degli individui?

(1) https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=126167

(2) https://vasodipandora.online/quanti-italiani-vanno-dallo-psicologo-unocchiata-alle-statistiche/

(3) https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=107441