La massoneria, diversamente detta Libera Muratoria, fu fondata in Inghilterra il 24 giugno 1717 con la costituzione della Gran Loggia di Londra. A lato del fascino facile che, attraverso misteri ed esotismi, esercitava su una borghesia inquieta e un’aristocrazia annoiata, la massoneria mise in cantiere la prima manipolazione mentale di massa della sua lunga carriera, presentandosi come oasi di fratellanza in un’Europa devastata dai conflitti religiosi. In quest’ottica, l’atto di fondazione della Gran Loggia, alla voce “Doveri del libero muratore relativi a Dio e alla religione”, recitava: “(La massoneria obbliga)… soltanto a seguire la religione sulla quale tutti gli uomini sono d’accordo: Essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti e persone d’onore” (1).Il sottinteso era facilmente leggibile: la fede religiosa era concepita come una falsa risposta alle attese dell’uomo, il galantuomo doveva sostituire il cristiano.

Nonostante gli allarmi lanciati della Chiesa con l’enciclica In eminenti di Clemente XII del 28 aprile 1738, nelle logge confluirono legioni di aristocratici e borghesi, che entrarono già debolmente cristiani per uscirne massoni fino al midollo. Annotava uno scrittore francese del secolo scorso: “Il primo effetto dell’iniziazione massonica è di purificare l’apprendista da ogni mentalità cristiana, se egli ne ha una. Così l’adepto, libero da pregiudizi religiosi e sociali, sarà capace di avere una mentalità nuova (…) il massone, alla luce del Tempio, (la loggia, n. d. A.) vedrà, giudicherà, agirà massonicamente” (2).

Da allora l’adepto è quindi oggetto di una rieducazione “globale”. In materia religiosa, la rieducazione ruota intorno alla figura del “Grande Architetto dell’Universo”, che sembra Dio, ma tale non è. (Tutte le citazioni che seguiranno sono tratte da pubblicazioni massoniche consultabili).

La nozione di “Grande Architetto”, in massoneria, è eredità della filosofia deista, sorta in Inghilterra nel Settecento a opera dei “liberi pensatori” (Toland, Collins, Tindall) che, quando non erano atei dichiarati, concepivano Dio come intelligenza universale inconoscibile, che non si rivelava all’uomo e che non agiva nella storia attraverso ciò che i cristiani chiamano “Provvidenza”. In materia, la massoneria esprime quindi, in prima istanza, un principio agnostico: Dio è inaccessibile, innominabile, incomprensibile” (3).

Il Grande Architetto, ed è questo il punto, non è però concepito metafisicamente. “La massoneria non crede né può credere a un essere soprannaturale (4)”La massoneria crede piuttosto che il Dio inaccessibile si inveri nella natura e nell’uomo, governando entrambi. “La massoneria crede (…) nell’esistenza di una legge immanente nella Natura, che denomina ‘Grande Architetto dell’Universo’” (5). E ancora: “Il Grande Architetto dell’Universo che nel rituale massonico si invoca, non è indipendente dalla natura, è (…) legge (…) organizzatrice dell’Universo” (6).

L’agnosticismo si coniuga quindi con un panteismo classico. La natura e l’uomo non sono concepiti come creazione di un Dio onnipotente, libero di creare come di non creare, ma come emanazione di un Principio generatore, di una “energia prima” che non è più divina della legge di gravità, immanente alla natura e all’uomo. Da uno dei testi fondamentali della massoneria: “L’Energia, condensandosi nell’etere, attraverso una serie di tappe che la scienza comincia a presentire, ha generato l’atomo” (7).

In perfetta assonanza, così scrive Eugenio Scalfari, con questo lasciando intravedere le sue frequentazioni, presumibilmente serali: “L’Essere è un tessuto di energia (…) Da quell’energia emergono le forme quando l’energia arriva al punto di esplodere” (8). Il massone è quindi educato a cancellare dalla sua mente la figura divina così come è concepita nel cristianesimo, e soprattutto a cancellare l’idea di un rapporto con Dio: non si prega un “tessuto di energia” né lo si ama.

“È tempo ormai che l’uomo cominci a comprendere che la Divinità dalla quale si sente attratto, non è una persona, ma è dentro il proprio cuore. È tempo che l’uomo cerchi Iddio in tutta la Natura, ma entro la Natura e non fuori di essa” (9). La conclusione è un “umanesimo assoluto”. Lo strumento di ricerca della verità e della felicità sarà quindi e soltanto la ragione umana. “Perché l’uomo informi bene la sua condotta, non deve cercare il comando fuori o sopra la ragione (…) non deve prospettare la legge morale come un comando dall’alto, da una esistenza soprannaturale a cui debba inchinarsi” (10).

Ma vi è dell’altro. La religiosità massonica ha due facce. Quella appena presa in considerazione, deista e razionalista, e un’altra, magico-occultista. “La religione che la massoneria professa (…) basata sulla scienza, basata sulla ragione, basata sulla intuizione esoterica degli alti misteri dell’universo”(11). “Intuizione esoterica”: è un lessico che rimanda a sapienze nascoste. Del resto, la massoneria definisce se stessa “società segreta iniziatica che ha lo scopo di dare all’individuo i mezzi per raggiungere la sua evoluzione spirituale” (12). Recita l’art. 3 dell’attuale Costituzione dell’Ordine massonico: “(La massoneria) segue l’esoterismo nell’insegnamento” (13).

Si configura una controreligione e non per nulla l’“Osservatore Romano” del 23 febbraio 1985 annotava che la dottrina massonica è un “sistema di simboli dal carattere estremamente impegnativo” intorno ad una verità “inafferrabile”. I simboli dal carattere estremamente impegnativo sono quelli delle scienze occulte, dette “scienze sacre”, che in massoneria sostituiscono il Vangelo.

Premesso che l’insegnamento esoterico, in massoneria, ha luogo nei cosiddetti “Riti di perfezionamento”, il più noto dei quali è il “Rito scozzese antico e accettato”, questo è il menu delle “scienze sacre”: “Lo Scozzesismo rappresenta la sintesi felice d’un processo di formazione nel quale confluirono Kabbalah, Ermetismo, Mitraismo, Manicheismo, Gnosticismo” (14). L’evoluzione spirituale del massone è quindi scandita, lungo i gradi ascendenti dei Riti, dalla comunicazione di sapienze segrete che, nelle ottimistiche aspettative massoniche, condurrebbero l’adepto all’illuminazione, alla comprensione super-razionale dei misteri dell’universo. Nella letteratura massonica si incontrano espressioni molto forti, in tal senso, come “Rinascita”, “morte mistica”, “stato di grazia divina” (15).

Tuttavia, come il Grande Architetto, anche l’esoterismo massonico nasconde l’ateismo. Sono due facce della stessa medaglia: l’idea di un mondo senza Dio attraversato da forze misteriose che l’uomo è chiamato a conoscere e a soggiogare. Nel pensiero massonico il Principio creatore, impersonale, si fa persona nell’iniziato pervenuto all’illuminazione: l’uomo diventa l’autocoscienza dell’universo, un dio “in potenza”. Un autore massone: “Mentre la religione umanizza Dio, la massoneria divinizza l’uomo” (16). Non andremo oltre.

Noteremo soltanto, come principio generale, che questa aspirazione alla sapienza suprema non configura affatto un cammino spirituale degno di questo nome, perché la spiritualità si fonda sull’amore di Dio, e di Dio, in massoneria, non vi è traccia. È piuttosto un cammino di potenza animato da uno spirito prometeico (risalire dalla condizione materiale fino al puro spirito dell’energia originaria), che conduce quindi non a Dio ma al suo avversario, sempre pieno di attenzioni per tutti coloro che aspirano a superiori sapienze e al dominio del mondo. Con tali presupposti, per i massoni la fede religiosa è qualcosa di buono solo per il popolo, per i “profani”. Qual è il carattere universale di ogni religione? Rispondere allo stato intellettuale di ogni epoca. Ogni religione rimpiazza un culto più grossolano ed essa è rimpiazzata a sua volta” (17).

I massoni, gli “illuminati”, si riservano altre vie di conoscenza. Per essi una religione vale l’altra perché tutte le religioni, se comparate con le discipline esoteriche, sono viste come forme grossolane, inferiori, di conoscenza, e le differenze tra loro “riguardano soltanto alcuni particolari” (18) D’altro canto, la massoneria aspira al governo del mondo – recita l’art.1 del suo statuto: “La massoneria è universale. Intende alla elevazione morale, materiale e spirituale dell’uomo e dell’umana famiglia” (19) – e il governo degli uomini esige realismo. In specie, esso consiglia che la religione sussista come elemento di ordine e di coesione sociale. Un autore massonico: “Domani (…) nascerà una nuova religione per le masse” (20). A buon bisogno.

In un nuovo ordine del mondo governato da “illuminati”, non potrebbero coesistere una religione dei governati diversa nella sostanza da quella dei governatori. L’una tesa all’incontro con Dio, l’altra, massonica, tesa a fare dell’uomo, un Dio. Occorrerà quindi che la “religione per le masse” abbia fondamento morale, non metafisico, affinché, in un nuovo ordine del mondo, l’idea di Dio quale Essere infinitamente superiore alla natura e all’uomo, sia bandita per sempre. Una neo-religione che la massoneria ha pronta da tre secoli, sin dalla fondazione della Gran Loggia di Londra: “… la religione sulla quale tutti gli uomini sono d’accordo: Essa consiste nell’essere buoni, sinceri, modesti e persone d’onore …”. 

Un mondo senza Cristo, ma ricco di pace, umanità e soprattutto di accoglienza.

(fine della prima parte)

Note

1)Cfr. “Le charte fondamentali della Universale massoneria” di Rito Scozzese Antico ed Accettato. III ed. Editrice Atanor, Roma, 1973, p.16
2)Cit. in Guido Gili, Orio Nardi “ Attualità della rivoluzione” Edizioni Saven, Lugano 1980, seconda ed., p.80
3) Cfr.LuigiTroisi“MassoneriaUniversale–Dizionario” SUGARCO EDIZIONI, Carnago (VA) 1994, p.93.
4)Cfr. F. Giantulli “ L’essenza della massoneria italiana: il naturalismo”, Pucci Cirpiani Editore, Firenze 1973, p.40
5)Id.
6)Cfr. Tommaso Ventura “ La massoneria alla sbarra”, Editrice Atanor, Roma 1981, pp.82-83
7)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.55
8)Dall’intervista di Eugenio Scalfari a Bergoglio pubblicata su “Repubblica”, 1 ottobre 2013.
9) Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.39
10)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.31
11)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.45
12)Cfr. Serge Hutin, “ La massoneria”, Enciclopedia Popolare Mondadori, 1961, p.33
13)Cfr. Bisogni,Bonvicini ed altri “La Libera Muratoria” SugarCo Edizioni, Solaro (Milano) 1978, p.188
14) Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.49
15)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.19
16)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.39
17)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.17
18)Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.18
19)Cfr. Bisogni,Bonvicini ed altri, op.cit., p.187
20) Cit. in F. Giantulli, op.cit. p.33

(Articolo pubblicato sul sito Ricognizioni)

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