Quest’anno mi sono concessa pochi giorni al mare (no al lago, ma fa lo stesso!).

Non frequentavo le spiagge da qualche anno, ma ricordavo perfettamente l’outfit balneare di italiani e di stranieri che d’estate, soprattutto quando si trovano vicino all’acqua – qualsiasi acqua! – perdono il ben dell’intelletto.

Non è stato studiato ancora a sufficienza perché il posteriore delle signore non sia più una parte intima e perché la posa da visita ginecologica sia ritenuta irrinunciabile per una corretta abbronzatura.

L’inguine, poi, complici le estetiste, viene esibito più di un rossetto e la salita del monte di Venere ha irrimediabilmente spostato i propri confini verso sud.

Io che sono dichiaratamente eterosessuale non mi diverto affatto davanti ad un campionario tanto vasto di parti anatomiche che, in altri tempi, erano destinate ad esser godute solo da chi è in grado di farlo: gli uomini, e in camera da letto!

E invece no! Mentre mi godo l’orizzonte blu e infinito, sono costretta a sorbirmi lunghe sfilate di chiappe flaccide (gli estrogeni fanno quasi sempre il loro dovere), inguini ardenti e vulcanici monti di Venere sotto i quali inesistenti striscioline di stoffa a malapena coprono ciò che preferirei né intuire né vedere.

All’opposto, le islamiche, salami insacchettati in burkini, prigioni di stoffa di una fede che non vuole credenti, ma sottomessi, non vuole spose ma serve, non vuole donne ma fattrici e schiave.

I maschi da spiaggia, devo ammetterlo, sono esseri più equilibrati: rarissimi gli slippini che raccontano tutto ciò che vorremmo sapere solo dopo corteggiamento, innamoramento e, per le ultime cattoliche, matrimonio e spesso non malamente indossati i boxer, più o meno lunghi.

Bravi, se non fosse per la pancia, per le depilazioni, per i tattoo.

Se il ventre deborda (e spesso deborda!) una maglietta a mezze maniche farebbe apparire meglio voi e farebbe star meglio noi che, dai bronzi di Riace in poi, abbiamo capito che Dio ha creato gli uomini con la pancia piatta: il resto è deformazione, demerito, pastasciutta!

La depilazione ha reso il maschio italico liscio come un pollo del supermercato. Tutto inutile: erano già passate quelle dell’Est a spennarli!

I tatuaggi, in bianco e nero o a colori, impazzano pure sulle pelli plissettate delle nonne, e io che ne sono priva faccio un figurone: una autentica ribelle!

I maschi tatuati non sono male, a patto che la pelle sia liscia, il femore lungo, il braccio scolpito: stanno bene a tutti… quando sono giovani, belli e palestrati!

Di uomini non depilati, non tatuati, non lampadati, comunque, non c’è più traccia alcuna, qualsiasi sia la spiaggia di riferimento!

Se ne trovate uno così, magari senza pancia, rapitelo.

È merce rara, si chiama “maschio” e, se ha anche resistito alle donne dell’Est, fatelo vostro… ha qualche pelo in più, ma è l’ultimo dei Mohicani!

Articolo precedenteFacile, inutile, dannoso
Articolo successivoIl paese delle meraviglie