30 gennaio 2020, Teatro Ariston Sanremo.

L’occhio di bue illumina un palco deserto, non fosse per un’unica sedia, occupata da un uomo in giacca e cravatta, l’espressione grave, corrucciata. Dalla platea, vuota, un solo giornalista, accreditato e mascherato, snocciola una serie di domande ansiose… Ecco, inizia, signori e signore, l’era dei Virologi stars.

L’invasione degli schermi televisivi, la tempesta mediatica che si solleva potrebbe preoccuparci, ma scatta l’allarme, quando i “parrucconi” irrompono nella stanza dei bottoni. Allo tsunami sollevatosi dal “mar cinese”, che ha investito le nostre coste, spazzando via la nostra vita normale, addirittura banale, non eravamo preparati; il Sars 2, o Covid-19, ci ha colti alla sprovvista, disarmati.

Portati, nelle difficoltà, in quanto esseri umani, a rivolgerci a qualcosa di “superiore” in cerca di illuminazione sia Dio, genio, o conoscenza, abbiamo lanciato la nostra richiesta d’aiuto, perché qualcuno la raccogliesse.

Rivolte le preghiere a nostro Signore, perché per sua intercessione la “nuova peste” mordesse con meno ferocia, fino a scomparire in fretta, tralasciando il genio, la conoscenza scientifica si è rivelata l’unica strada da percorrere per uscire dall’inevitabile catastrofe sanitaria. Il faro guida si è acceso, i riflettori puntati su coloro che in materia di virus hanno, da sempre, competenza.

Come spesso accade, però, il passo tra professionalità e protagonismo è breve, tanto che, senza soluzione di continuità, stimati virologi, accademici, pressoché sconosciuti ai più, da sempre chiusi nelle torri d’avorio della ricerca, sono usciti allo scoperto. Assediando schermi televisivi e social media, sono diventati consiglieri della plutocrazia in questioni che riguardano la vita e la morte dei cittadini, ascoltati in religioso silenzio da milioni di persone, a volte acclamati come depositari della verità universale, seppure spesso in netto contrasto fra loro.

Capua, Burioni, Rezza, Brusaferro, Galli, Pregliasco… La Panini potrebbe ideare un album dei virologi, in tutto e per tutto simile a quello dei calciatori. Certamente, le figurine andrebbero a ruba.

Siamo onesti, però, diciamoci la verità: chi non ambirebbe ad un momento di notorietà, un attimo di gloria? In verità, la notorietà non è il fulcro del problema, lo è l’incapacità di prendere per mano il Governo, affinché, responsabilmente, decidesse – benché evidentemente non in grado – cosa fare e quando farlo, assumendosi onori e oneri. Purtroppo, onori non ce ne sono stati e gli oneri sono stati scaricati per intero sulla popolazione.

L’esordio, per voce dell’avvocato degli italiani, è stato rassicurante, ci ha fatto sentire “immuni”, almeno fino a quando lo stato reale delle cose è venuto tragicamente a galla. Il Presidente del Consiglio, però, non può aver immaginato una situazione completamente distaccata dalla realtà, qualcuno lo avrà pur edotto, informato.

È chiaro che le nuove stars abbiano assunto il controllo, lanciando un trentatré giri di linee guida, imposizioni, contraddizioni, che potrebbe benissimo intitolarsi “River of words”, sul modello della hit italiana “Fiumi di parole”.

Immaginate questo vinile, in puro stile Death Metal; le nuove Rock star in copertina; titoli inquietanti su ambo i lati:

“The unknown mask”

“Asymptomatic killer”

“Pandemic”

“Stop”

“Salvation Vax”

Sono ormai note le contraddizioni che hanno raggiunto il limite dell’assurdo:

  • le mascherine, prima inutili, poi indispensabili, ma introvabili, sostituite, nella logica aberrante, dal semplice foulard, divenuto baluardo contro la potenza di fuoco del virus mortale;
  • un esercito di asintomatici da scovare di casa in casa, untori incoscienti, terroristi armati, pronti a contagiare gli altri, affiancati da bambini kamikaze, pericolo mortale per chi li ha sempre accuditi con amore incondizionato, in realtà incapaci di contagiare chiunque;
  • la pandemia assassina che cancella ogni altra causa di morte fino ad ora conosciuta, come se fossimo diventati immuni a tutto tranne che al Covid 19;
  • lo stop intimato alle indagini cliniche, il veto alla ricerca affinché si potesse conoscere l’identità di questo virus e comprenderne la reale letalità, tra divieti di autopsia e cremazioni rapide che nascondono risvolti inquietanti, di cui è meglio tacere, per vergogna, non certo per paura;
  • l’accanimento mediatico a favore della vaccinazione di massa, unica fonte di salvezza.

Val la pena spendere due parole o forse più, stringendo l’obbiettivo, proprio sulla parola “vaccino”. Come nella peggiore propaganda degna della ex Cortina di ferro, ad ogni comparsa televisiva è stata ed è ribadita la necessità di una vaccinazione di massa. A quale scopo? Per il bene dell’umanità?

Mai come in questi tempi il mondo ha conosciuto tanti filantropi! I Virologi stars non fanno che avallare la certezza che solo un vaccino ci salverà dal virus letale. Il guru dei parrucconi, Burioni, lancia il Patto per la scienza, a favore dei vaccini, chiaro legame tra medici e aziende produttrici di farmaci.

Sorgono conflitti d’interesse, tra l’ormai noto professore e le lobbies del Pharma e sembra che il super virologo sia protagonista, insieme ai colleghi onnipresenti in Tv – positivi, loro sì, al virus del protagonismo mediatico – di un business da cachet altissimi per brevi apparizioni televisive.

Ilaria Capua, regina delle virologhe, chiede compensi ingenti per contributi di soli dieci minuti su Skype.

Siamo arrivati al cosiddetto “minutaggio”. Addirittura si parla di agenti che rappresentano le nuove stelle.

I virologi pontificano, mentre Cina e Stati Uniti giocano al gatto e alla volpe, rimpallandosi le responsabilità sulla creazione e diffusione del virus e il popolo italiano soffre, suggestionato dalla paura disseminata a regola d’arte, come fossimo nel pieno del periodo del terrore rivoluzionario. Nuovi Robespierre scatenano il panico, minacciano “ghigliottine” che falciano le libertà democratiche e personali, in nome del vaccino universale.

Una domanda sorge spontanea: chi c’è dietro il sipario? Chi siede sulla poltrona del regista? Basta attraversare l’Atlantico per scoprirlo.

“Kill Bill” Gates è il principale sostenitore della ricerca del vaccino, ma è anche colui che, con Soros e compagnia, sostiene la riduzione della popolazione mondiale.

Questa è filantropia da squali! Gates ha finanziato – come la Cina – in maniera preponderante l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il che crea un paradosso. Nel 2014 lo stesso Gates lancia l’ipotesi di una guerra futura che sarà combattuta con armi biologiche, finanzia laboratori di ricerca per lo studio e la realizzazione di vaccini, intanto foraggia l’OMS, a sua volta sovvenzionata dalla Repubblica Popolare Cinese.

Questa storia ripercorre la trama del film “Mission Impossible 2”, che è poi la logica, ben nota al patron di Microsoft: creo un virus (biologico o informatico), avendo già l’antivirus e guadagno miliardi. Il gioco è semplice, lo capirebbe anche un bambino.

Peccato che i vaccini sfornati, fino ad ora, dai laboratori di Kill Bill non abbiamo avuto gli effetti desiderati, ma abbiano dato luogo a terribili fallimenti in India, in Kenya, in Africa che, evidentemente, Gates ha preso come laboratorio di sperimentazione. Si potrebbe obiettare, certo, ma la sua filosofia è chiara: “una buona sanità proviene soltanto dall’ago e dalla siringa”.

Insomma dietro i Virologi stars c’è una regia mondiale che ha velleità di controllo sull’umanità e il suo destino. Il gruppo è unito e coeso, Big Pharma, Whatsapp, Facebook, Instagram sono i vassalli dei noti filantropi, produttori di vaccini e diffusori dell’informazione unica.

Non stupirebbe se, domani, a vaccino testato, il primo distributore fosse proprio Amazon, il colosso dell’E-commerce che già ha tratto enormi vantaggi dal lockdown globale.

Basterebbe cercare un farmaco contro il raffreddore, per essere bersagliati sullo smartphone da proposte di acquisto di vaccini a ripetizione, a colpi di AK 47.

“Il potere diventa bio-potere, controllo sulla vita, sul corpo biologico e sulle condotte individuali e collettive.”

In Italia, pensando ai tagli alla Sanità e quanto scritto sopra ci rendiamo conto di come siamo avviati sul viale del tramonto della libertà, “ed è subito sera…”. Anzi, serata di Virologi stars.

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