La pandemia causata dal virus Sars-Cov-2 non ha provocato solo conseguenze sanitarie collegate direttamente al Covid-19, ma anche una crisi economica e sociale i cui esiti sono ancora incerti e molto preoccupanti per il futuro dell’Italia, dell’Europa e del mondo intero.

Un aspetto assai importante, ma non molto enfatizzato dai media maistream preoccupati di rassicurare il pubblico dalla psicosi collettiva da essi stessi alimentata, è costituito dal risvolto psicologico che ha determinato il prolungato confinamento tra le mura domestiche perdurante da circa un anno provocato dal lockdown.

L’Istituto Superiore di Sanità ha quantificato in un aumento di circa del 30% degli atti autolesionistici, dei tentativi di suicidio e dei suicidi nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni; la morte volontaria rappresenta la seconda causa di decesso per i giovani.

Evidentemente la prolungata reclusione di bambini e ragazzi prodotta dall’isolamento dai coetanei imposto dalla chiusura di scuole e di altri luoghi di socializzazione ordinato dai vari DPCM in un periodo della vita in cui si struttura la personalità dell’adulto e cioè l’adolescenza, ha prodotto un’impennata delle vendite di antidepressivi, ansiolitici e sonniferi che, proseguendo un trend di psichiatrizzazione della società già avvenuto da alcuni decenni, favorisce la fortuna del già florido mercato delle multinazionali farmaceutiche.

Se gli psicofarmaci sono indispensabili per la cura dei disturbi mentali particolarmente gravi e che impediscono all’individuo una soddisfacente realizzazione di sé in campo lavorativo, relazionale e affettivo, come la schizofrenia, il disturbo bipolare, i disturbi della personalità e i disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia e la bulimia, patologie, queste ultime che colpiscono ben tre milioni di persone solo in Italia, gli specialisti consigliano il supporto della psicoterapia da integrarsi con le terapie farmacologiche.

La psicologia, che ha una parziale validità scientifica, si compone di oltre duecento scuole e sotto scuole di pensiero.

La psicoanalisi è certamente una delle più conosciute e dibattute sia in campo accademico che culturale da oltre un secolo a partire dalla sua teorizzazione ad opera di Sigmund Freud (1856-1939).

Julius Evola (19 maggio1898 – 11 giugno 1974) la inserì tra le scuole “neospiritualiste” e fece conoscere al Duce il pensiero freudiano in tempi non sospetti per poi prenderne le distanze tra la fine degli anni Venti e l’inizio degli anni Trenta su riviste quali Ur/Krur, La Torre e altri periodici dell’epoca.

Evola vede nella psicanalisi un pensiero «caratterizzato dal guardare in modo ossessivo l’attenzione unicamente sui bassifondi psichici sulla zona interna, istintuale, portando a una e vera e propria regressione. Essa si trova sulla stessa linea di altre correnti moderne caratterizzate da una deduzione del superiore dal dall’inferiore o da una rivolta dell’inferiore contro il superiore».

La raccolta degli scritti evoliani inseriti nel volume L’infezione psicanalista¹ rappresenta un’antologia del pensiero del filosofo tradizionalista romano di articoli apparsi su diverse riviste tra il 1930 e il 1974, anno della sua morte.

Come nota giustamente Adriano Segatori (1951), psichiatra e psicoterapeuta nell’introduzione dal titolo Psicoanalisi e Tradizione, la psicoanalisi è un metodo interpretativo di indagine dell’inconscio o del subconscio e del rapporto dell’uomo con sé stesso.

La psicoanalisi ha subito nel corso della sua discussa e controversa storia diverse scissioni dall’ortodossia freudiana, in primis quella di Carl Gustav Jung (1875-1961) con la sua teoria degli archetipi e dell’inconscio collettivo, che ne hanno frantumato l’originalità del freudismo.

E’ nota l’accusa di pansessualismo rivolta a Freud dai suoi detrattori, per la quale le nevrosi e le psicosi sono causate da una repressione e frustrazione della libido e di un sano istinto sessuale.

La scomposizione della personalità umana in Io, Es e Super-Io operata dal neurologo ebreo di Vienna è universalmente risaputa e secondo l’autore de L’interpretazione dei sogni (1899)² la disintegrazione di queste tre componenti che si ha nella più grave delle patologie psichiatriche, la schizofrenia, rende impossibile la guarigione da questa malattia mentale.

Per Evola è proprio il pensiero junghiano ad essere il più pericoloso, in quanto lo psichiatra svizzero con l’estensione della sua attività di ricerca e di studio ai campi del mito, del simbolo, della religione, dell’antropologia e dell’alchimia crea un dannoso processo di falsificazione e contraffazione degli studi tradizionali compiuti oltre dallo stesso Evola da Renè Guènon (1886-1951) e altri esponenti di questa fondamentale corrente filosofica, spesso a torto derisa e relegata in secondo piano dalle ideologie sorte dall’Illuminismo come la democrazia parlamentare, il liberalismo e il marxismo, generatrici dal mondo moderno e post-moderno.

Sicuramente l’autore di Rivolta contro il mondo moderno (1934)³ non può essere considerato un bigotto sessuofobico, un borghese moralista e retrogrado, infatti una delle sue opere più importanti, Metafisica del sesso, descrive l’amore e la sessualità partendo non da premesse psicoanalitiche o sessuologiche, ma da elementi riguardanti questi due aspetti importanti per il maschio e la femmina così come venivano considerati dalle più arcaiche civiltà tradizionali mondiali.

Nell’amore fisico Evola vede una via di liberazione e di ascesi che superi quella condizione puramente umana e materialistica in senso spirituale e trascendente.

Gli altri dissidenti dal freudismo ortodosso come Alfred Adler (1870-1937) e Wilhelm Reich (1897-1957) vengono affrontati nei saggi dal barone; soprattutto la bizzarra figura di Reich viene analizzata nei due ultimi articoli apparsi sul Roma e Civiltà

Lo psicanalista viennese che nella Psicologia di massa del fascismo (1933) aveva identificato l’autoritarismo fascista con la repressione sessuale e, con la “teoria dell’orgone” aveva concepito l’orgasmo sessuale come forza cosmica e liberatrice per la cura dei disturbi mentali avendo costruito un macchinario denominato “accumulatore orgonico” nel quale il paziente sarebbe potuto guarire con l’energia sviluppata dall’amplesso.

Le speculazioni evoliane sulla psicanalisi sono perciò di stretta attualità in una società dove a oltre cinquant’anni dalla rivoluzione sessuale sessantottina – già anticipata di circa mezzo secolo dall’esperienza legionaria dannunziana di Fiume – con la diffusione della pornografia di massa su Internet e il costante calo demografico, causato dall’inversione del ruolo maschio-femmina e dalla crisi della famiglia tradizionale in favore dell’affermarsi di quelle mononucleari, dell’ideologia gender e di quelle “arcobaleno” che rappresentano tuttavia un’esigua minoranza, hanno sancito la spersonalizzazione e la perdita dell’identità dell’essere umano al di là del sesso biologico di appartenenza.

 

Note:

  1. Controcorrente Edizioni, Napoli, 2012.
  2. Newton Compton Editori, Roma, 2014.
  3. Edizioni Mediterranee, Roma, 1998.
  4. Edizioni Mediterranee, Roma, 1996. 
  5. Piccola biblioteca Einaudi, Torino, 2009.